Kawari kabuto, elmi straordinari

13 Giugno 2017
 
"Kawari" è una parola giapponese che può avere diversi significati: inusuale, straordinario, eccentrico, strano. Tutte queste accezioni sono valide quando viene associata alla parola “kabuto” (elmo). 
La categoria degli elmi kawari include molti tipi di kabuto che non rientrano sotto le classificazioni tradizionali o presentano forme o ornamenti eccentrici.
Anche se vengono normalmente chiamati con nomi che rimandano alla loro forma, solitamente ispirata a oggetti sacri o elementi naturali, ogni elmo kawari è virtualmente unico. Per comprendere meglio questa definizione così vasta, dellla quale spesso si abusa, possiamo individuare le maggiori categorie di kawari kabuto:
 
- Harikake kabuto: gli elmi più spettacolari appartengono spesso a questa categoria. Sono formati da una sovrastruttura costruita in un materiale composto da cartapesta e lacca, ma anche legno o pelle, che ricoprono interamente il coppo in ferro. L’utilizzo di un materiale così leggero e facilmente plasmabile permette la creazione di forme estrose, praticamente senza limiti. 
 
- Tetsubari kabuto: questa categoria include gli elmi in ferro dalla forma inusuale, come gli elmi okitenugui della scuola Saika e quelli che ricalcano la forma di altri copricapi.
 
- Uchidashi kabuto: la lavorazione a sbalzo (uchidashi) permette la creazione di elmi, solitamente costruiti con solo una o due piastre in ferro, dalla forma inusuale e accattivante. Si tratta di una lavorazione molto complessa che però indebolisce il ferro riducendone la potenza protettiva; per questo il kabuto uchidashi è più comune durante la fine del periodo di Edo. Il maestro di questa tecnica è Ryoei.
 
-Nanban kabuto: si tratta di elmi la cui forma deriva da quelli europei, importati dai portoghesi nel sedicesimo secolo. Sono spesso intarsiati in oro e argento.
 
Possiamo inoltre identificare un’ultima categoria alla quale appartengono quegli elmi che presentano una forma convenzionale ma sono arricchiti da una decorazione, come ad esempio un maedate, che ne copre la maggior parte cambiandone completamente la forma.
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