Koshirae. Una cornice per un’opera d’arte

03 Settembre 2020

 

Chi si avvicina da neofita al mondo della spada giapponese viene immediatamente attratto dal fascino della “katana” come oggetto; qualcosa ormai di iconico che ha visto nelle più svariate situazioni. L’impugnatura intrecciata, il fodero ricurvo in lacca lucida, i fornimenti in metallo (tsuba, menuki e fuchi kashira) superbamente lavorati. La naturale tendenza è quindi quella di vedere in questa spada chiusa nel suo fodero la massima espressione dell’arte della nihontō, la spada giapponese.

Ma non è così.

Sarebbe come trovarsi davanti ad un dipinto e apprezzarne solo la cornice.

Il tesoro sta all’interno e l’artista è il fabbro. 

Da secoli in Giappone le spade sono considerate opere d’arte, oltre che armi, e i valori delle lame prodotte da spadai importanti sono sempre stati altissimi, abbordabili in certi casi sono dal daimyō locale.

Ma così come esistono cornici che sono loro stesse opere d’arte, ci sono naturalmente koshirae  - così si chiama l’insieme di tutte le montature della spada - incluso il fodero (saya) - che sono veri e propri capolavori.

Il koshirae veniva poi spesso cambiato, adattandosi al gusto del tempo, per cui è molto comune trovare lame antiche, tramandate per generazioni, rimontate in koshirae di qualche secolo dopo, perché ogni nuovo proprietario voleva qualcosa più alla moda per il suo tempo o qualcosa che si adattasse ai suoi gusti.

Lo studio delle montature di tachi e katana ci permette poi di individuare diverse tipologie di koshirae, che variano non solo per epoca, ma anche per area geografica, per livello di “formalità” e perfino per stile di scherma praticato.

 

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Una cornice per un’opera d’arte Koshirae
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