La scuola Saotome e l’eccellenza del kabuto lamellare

18 Ottobre 2019

 

La scuola Saotome prende il nome dal villaggio della provincia di Hitachi dove ebbe origine all’inizio del XVII secolo. Secondo quanto riportato dal Meiko Zukan, il più importante manoscritto antico sulle armature da samurai, fu fondata da Saotome Chikara, un samurai al servizio del clan Tagaya, che iniziò la sua attività dopo essere diventato un ronin. Dopo la battaglia di Sekigahara, il clan Tagaya fu difatti espropriato dei territori che controllava a causa del tradimento verso il clan Uesugi ed è quindi probabile che la scuola Saotome sia stata fondata dopo il 1600, anche se non è chiaro dove Ietada - questo è il nome che Chikara scelse per firmare i suoi kabuto - abbia acquisito una tale maestria. La scuola rimase attiva fino alla fine del XVIII secolo e si concentrò sulla produzione di kabuto, tralasciando invece la realizzazione di menpō e altre parti di armatura da samurai. Gli elmi di tipo suji-bachi kabuto e, soprattutto, quelli di tipo ko-boshi kabuto prodotti dai fabbri Saotome sono di altissimo livello, costruiti con ferro di eccellente qualità lavorato in geometrie perfette. 

 

Non si conosce la genealogia esatta della scuola e i nomi che appaiono nei kabuto (Saotome Ietada, Saotome Iehisa, Saotome Iesada, Saotome Ienao, Saotome Ienari, Saotome Iechika) coprono quasi sicuramente più generazioni di fabbri che utilizzarono le stesse firme.

Sui kabuto prodotti dalla scuola Saotome è quasi sempre presente una sorta di marchio di fabbrica, un modo per distinguere la loro produzione dalle altre: si tratta del saotome-byō, una piccola rondella tonda o ottagonale fissata con un apposito rivetto all’interno del kabuto, poco sotto al foro superiore (hachimanza o tehen). 

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