Sangu - I "tre pezzi" dell'armatura giapponese

13 Dicembre 2019

 

Quando si acquista un’armatura da samurai originale, solitamente si inizia a valutare il kabuto (elmo da samurai), che ci può dare una prima indicazione sulla qualità generale della yoroi. Gli occhi poi si spostano sul menpō (maschera da samurai) e infine sul (corazza dell’armatura), che in genere è coordinato nello stile ai sode (spallacci). Gli altri tre elementi che restano, in genere non portano caratteristiche qualitative degne di nota, ma è bene osservarli con attenzione perché talvolta tali parti dell’armatura offrono spunti di valutazione davvero interessanti.

Innanzitutto è bene sapere che tali tre elementi vengono accorpati con il termine “sangu”. Nello specifico le protezioni sono:

  • kote, per le braccia
  • haidate, per le cosce
  • suneate, per gli stinchi

Kote e suneate sono solitamente coordinati e presentano uno stile omogeneo, specie per quel che riguarda la tipologia di piastre che proteggono l’avambraccio e gli stinchi. Gli elementi qualitativi che qui dobbiamo valutare riguardano sostanzialmente le decorazioni che possono esserci sulle piastre. Queste sono in genere di tre tipologie: uchidashi, ovvero lavorazioni a sbalzo, kirigane, ovvero decori ritagliati e poi applicati sulle piastre, oppure dipinti in lacca d’oro maki-e. Questi furono introdotti già nel periodo Muromachi dai fabbri della scuola Haruta e si diffusero tra gli armaioli delle scuole che da questa derivarono, in primis quelli di Saika e della regione di Kaga.

Talvolta i kote possono portare sulla protezione della mano (tekko) il simbolo araldico (kamon) del  clan del samurai di origine.

 

Lo haidate, sebbene classificabile con numerose varianti, si presenta sostanzialmente come una maglia di ferro rinforzata oppure come una distesa piana di piastre affiancate o sovrapposte. In questo caso le ampie superfici in lacca offrono la base per decorazioni in lacca più o meno ricche, che possono portare il semplice kamon del samurai o complesse figure decorative.

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Innanzitutto è bene sapere che tali tre elementi vengono accorpati con il termine “sangu”.
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