Oltre la Maschera: Analisi Approfondita dei Menpo e delle loro decorazioni

01 Marzo 2024

Prima di addentrarci nell'affascinante mondo dei menpō, le maschere delle armature da samurai, è essenziale comprendere la loro importanza e la loro funzione all'interno delle armature dei guerrieri giapponesi. Il termine "menpō" si riferisce alla protezione per il volto utilizzata nelle armature dei samurai, realizzata principalmente in ferro ma occasionalmente anche in pelle (nerikawa). Questo elemento difensivo, introdotto intorno al 14° secolo, ha una duplice funzione: proteggere il volto del combattente e permettere il corretto fissaggio del kabuto, l'elmo, tramite ganci e perni, oltre a fornire supporto alla protezione per la gola, chiamata tare o yodare-kake.

Esaminiamo ora le tre tipologie principali di menpō e le loro caratteristiche distintive:

  • Hanbō: Questa è la forma più antica di menpō, essenzialmente una mentoniera che, in alcuni casi, poteva estendersi per proteggere anche gli zigomi. Era il modello più pratico per l'utilizzo sul campo di battaglia.
  • Menoshita-men: Introdotta nel periodo Momoyama e diffusa durante il periodo Edo, questa maschera copre la metà inferiore del viso a partire dalla zona sotto gli occhi, con la possibilità, quasi sempre, di rimuovere il naso.
  • Sōmen: Questa maschera copre l'intero volto del samurai. Anche se poteva essere divisa in due parti per un utilizzo parziale, era principalmente un elemento decorativo e cerimoniale.

Le decorazioni dei menpō sono estremamente variegate e ricche di significato simbolico. Le maschere sono spesso adornate con ghigni terribili, smorfie, baffi lunghi realizzati con crine di cavallo e denti, mirando a rendere l'armatura del samurai più intimidatoria. Questo stile decorativo, eccezion fatta per gli hanbō che raramente presentavano espressioni umane, era ispirato alla tradizione del teatro nō, praticata dai grandi generali del Sengoku Jidai, come Toyotomi Hideyoshi.

Tra le tipologie più comuni di decorazioni, possiamo individuare:

  • Ressei: Caratterizzata da espressioni violente, baffi folti, denti in mostra e rughe marcate. Questo tipo di menpō è stato sviluppato a Nara ed è predominante nelle armature del periodo Momoyama e del periodo Edo.
  • Ryubu: Contrariamente alla Ressei, questa espressione è nobile e serena, senza rughe e senza baffi né denti.
  • Okina: Raffigurante una persona anziana con barba e baffi lunghi.
  • Tengu: Caratterizzato da un grande naso a becco, ispirato alla creatura mitologica omonima. Questo è da non confondersi con il karura menpo, in riferimento ad un'altra creatura mitologica  dall’aspetto simile, anche se in questo caso non è presente la bocca ma una grande apertura sotto il becco. Le maschere con lunghi nasi umani rappresentano invece Sōjōbō, il re dei tengu.

In conclusione, i menpō non erano solo semplici protezioni per il volto, ma vere e proprie opere d'arte che riflettevano la cultura, la tradizione e la mitologia giapponese, oltre a svolgere un ruolo fondamentale nella psicologia della guerra, intimidendo i nemici con la loro presenza minacciosa e imponente.

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